Fare antimafia oggi: basta la Costituzione e il Vangelo

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Negli ultimi tempi si è aperto un dibattito su cosa significa fare antimafia oggi e si è finanche messo in discussione se hanno ancora motivo di esistere le stesse associazioni che s’impegnano su questo versante. In verità è’ la parola stessa antimafia che si è inflazionata, che ha perso credito .In troppi casi è stata esibita come una carta d’identità, una forma di protagonismo, se non addirittura per nascondere il malaffare, mentre dovrebbe essere un fatto di coscienza, un atto di responsabilità. E’ lo stesso don Ciotti, presidente di Libera la più importante rete di associazioni antimafia, che lo dice:quello che non più accettabile oggi di mafie soltanto parlare, senza che le parole abbiano un coerente seguito nelle vite delle persone, nei comportamenti, nelle scelte politiche, nella pastorale delle Chiese Locali,nel sistema educativo. Soprattutto non si può più parlare di mafie – come di un fatto solo criminale, senza evidenziare la loro compatibilità con un sistema inaccettabile che ha prodotto l’allargamento a dismisura della povertà e dell’esclusione sociale. Una presenza materiale quella delle mafie, che incide nei processi economici e politici, una presenza culturale, che addormenta e deturpa le coscienze. Con una corruzione che non è nient’altro che ‘mafiosità’ diffusa, mafia insinuata nei codici di comportamento, una mafia divenuta costume. Di fronte a questo scenario hanno ancora motivo di esistere le associazioni e tutte quelle iniziative che scuole ed istituzioni varie organizzano sotto la bandiera dell’antimafia? Certamente hanno svolto in un determinato periodo storico un ruolo positivo. E’ grazie anche a loro se è cresciuta in questi anni la cultura del contrasto alle mafie nella società civile, nella scuola, nei gruppi, se è cresciuta la confisca dei beni, l’azione della magistratura e le operazioni delle forze dell’ordine. Ma purtroppo in questi anni è cresciuta ancora di più la mafia e la corruzione e per questo serve oggi una nuova stagione dell’antimafia.Un rinnovato impegno che parta dai due libri fondamentali : la Costituzione Italiana e il Vangelo. Nei loro testi c’è tutto quello che serve per legittimare e motivare l’azione di contrasto alle mafie che dovrebbe accomunare tutti senza distinzione, cittadini e credenti, senza dare deleghe a chi dovrebbe fare antimafia per noi come i magistrati e le forze dell’ordine. Ma è soprattutto il tempo per tutti di una antimafia della concretezza, della solidarietà vera verso le vittime del racket e verso i familiari delle persone innocenti uccisi dalla ndrangheta,dell’impegno per l’utilizzo sociale dei beni confiscati per creare lavoro e Welfare, del vero lavoro educativo nelle scuole che non tratti i giovani come truppe cammellate da portare ai convegni ed ai vari cortei ma permetta loro di fare scelte ed esperienze di cittadinanza attiva e responsabile, del servizio da potenziare verso i minori a rischio e nelle carceri, nella denuncia coraggiosa del malaffare e della illegalità senza sconti per nessuno. Sono queste le cose, che veramente servono e che possono suscitare consenso e coinvolgimento dei cittadini. Non certo i comunicati stampa, i convegni, le fiaccolate, gli osservatori vari i premi antimafia dati magari a persone che hanno fatto semplicemente il loro dovere istituzionale. Un’antimafia che sia autonoma dalla politica, che collabori ma non faccia sconti a nessuno quando si tratta di denunciare malaffare o scarsa trasparenza, che non si faccia trascinare dalla tentazione dei finanziamenti pubblici più o meno interessati, che per operare usi mezzi poveri chiedendo soprattutto il sostegno e la collaborazione dei cittadini onesti.

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