Proposte del coordinamento

  • Le proposte del coordinamento:

– Recepimento da parte della Regione delle linee guida nazionali sull’affido e avvio monitoraggio sui minori fuori della famiglia.

– Creazione di un tavolo tecnico regionale sull’affido familiare coinvolgendo servizi sociali, autorità giudiziaria minorile e associazioni, supportato dal Dipartimento “Welfare e Lavoro”.

– Istituire servizi di sostegno alla genitorialità e centri- affido, in tutti gli ambiti territoriali della Regione Calabria con personale socio-assistenziale e sanitario adeguato.

– Promuovere nella comunità ecclesiale e civile l’affidamento in particolare quello diurno e di affiancamento delle famiglie per prevenire l’allontanamento del minore.

– Garantire affidamenti basati su valutazioni diagnostiche e prognostiche adeguate, sviluppando
progetti individuali per i minori.

– Fornire preparazione, sostegno e accompagnamento ai minori, alle famiglie d’origine e alle famiglie affidatarie.

– Definire chiaramente il progetto e la durata dell’affido.

– Riconoscere il ruolo delle associazioni tra famiglie affidatarie nella promozione del bene comune e
nell’integrazione degli interventi.

– Garantire supporti economici, sociali e psicopedagogici alle famiglie che adottano minori con disabilità o ragazzi sopra i 12 anni.

– Creare un fondo regionale per supportare l’autonomia dei neomaggiorenni usciti da percorsi di affido familiare o di accoglienza in comunità.

– Fornire alle famiglie affidatarie supporti adeguati, incluso il rimborso delle spese sostenute e spese assicurative.

– Diffondere l’affidamento dei neonati privi di un ambiente familiare idoneo, collaborando con i Tribunali dei Minorenni.

– Rafforzare l’azione del Tribunale dei Minorenni per i minori in ambienti malavitosi.

– Implementare politiche efficaci per tutelare gli orfani di femminicidio considerato l’aumento dei casi di violenza di genere.

 

 

Il Coordinamento avanza una serie di proposte tra le quali:

– Incremento di persone e risorse sui centri affido, con un coordinamento e in collaborazione con i Comuni capofila, tali da diventare servizi essenziali;

– Obbligatorietà del “Progetto di affido”, presupposto essenziale per l’avvio di ogni affido;

– Affidi consensuali, ora meno attivati, a vantaggio della scelta dell’affido giudiziario, garantire un reale sostegno, anche economico, per i percorsi di avvio all’autonomia de ragazzi in affido familiare, dopo il raggiungimento della maggiore età.

– La famiglia affidataria poi, è una risorsa e soggetto attivo nel progetto garantendogli una reale integrazione socio-sanitaria;

– Priorità e gratuità di accesso per i servizi e le risorse dei comuni e dell’ASL con particolare riferimento alle prestazioni di natura psicologica e di psicoterapia.

– Le associazioni del coordinamento, che intende allargarsi anche ad altre realtà, offrono la disponibilità alla co-progettazione per la creazione dei Centri Affido sui territori.

– Facilitare l’accesso dei bambini in affidamento ai nidi oltreché la cultura dell’accoglienza e dell’affido nelle scuole, l’iter dei permessi di soggiorno per
bambini affidati extracomunitarie i viaggi all’estero per i ragazzi in affido, soprattutto riguardo agli scambi scolastici.

– Il coordinamento oltre ad uno stabile rapporto di dialogo con la Regione Calabria, per rilanciare l’affidamento familiare, si impegnano ad un’opera di
diffusione sul territorio regionale favorendo percorsi di incontro e di confronto per tutte le associazioni e le reti di famiglie affidatarie.

LE PRIORITA’ PER RILANCIARE L’AFFIDO FAMILIARE

Le proposte del Coordinamento Regionale Per La Tutela E I Diritti Dei bambini In Calabria.

  • ORGANIZZAZIONE. 

Assicurare  in tutti i territori della Regione l’istituzione dei servizi per la famiglia e, tra questi, i servizi per l’affido, dotati di sufficiente e stabile personale socio-assistenziale e sanitario , come previsto dalle linee guida della regione Calabria sull’affidamento. Un ruolo essenziale è quello dei Comuni.  Quelli con le dimensioni più piccole possono concertare e sviluppare forme di coordinamento coinvolgendo le Associazioni del Territorio e/o le “famiglie accoglienti” del loro territorio. Un obiettivo è quello di potenziare un sistema di monitoraggio nell’assoluto rispetto della privacy. 

  1. PREVENZIONE E  FLESSIBILITÀ PER L’AFFIDO. 

Rafforzare il ricorso alle forme di accoglienza e di sostegno che prevengono l’allontanamento del minore dal nucleo familiare, quali l’affidamento diurno, il mutuo-aiuto tra famiglie.

  1. VALUTAZIONE, PROGETTAZIONE e VIGILANZA.

Assicurare che la realizzazione degli affidamenti familiari si basi su adeguate valutazioni diagnostiche e prognostiche della situazione familiare e personale dei minori, si sviluppi anche secondo un progetto individuale.

  1. ASCOLTO e CONSENSO. 

Nei percorsi di affidamento familiare siano garantiti adeguati spazi di ascolto del minore – in misura della capacità di discernimento – e della famiglie di origine 

  1. SOSTEGNO e CONTINUITÀ. 

Assicurare forme adeguate di preparazione, sostegno ed accompagnamento ai minori, alle famiglie d’origine ed alle famiglie affidatarie

  1. CHIAREZZA e DURATA. 

Avere sempre chiaro il progetto e la durata dell’affido. 

  1. RESPONSABILITÀ e SUSSIDIARIETÀ. 

Per raggiungere questi obiettivi è fondamentale che le Istituzioni riconoscano la responsabilità civica dell’associazionismo tra famiglie affidatarie nella promozione del bene comune, e ne valorizzino il ruolo, per migliorare l’integrazione degli  interventi e l’approccio di rete all’affidamento familiare.

  1. SOSTEGNI.

Garantire sostegni economici, sociali, psicopedagogici alle famiglie che adottano bambini disabili o ragazzi di età superiore ai 12 anni.

  1. ISTITUZIONE FONDO REGIONALE.

Per l’accompagnamento all’autonomia dei neomaggiorenni, che escono da percorsi di affido familiare o di accoglienza in una comunità si ritiene fondamentale la dotazione di un fondo regionale.

  1. PROMUOVERE L’AFFIDAMENTO FAMILIARE.

Garantire alle famiglie affidatarie adeguati sostegni, tra i quali il rimborso delle spese che affrontano durante l’accoglienza di bambini e ragazzi e la stipula di apposite e adeguate coperture assicurative.

  1. AFFIDAMENTO NEONATI.

 Garantire la diffusione dell’affidamento dei neonati privi di un  ambiente familiare idoneo, in stretto rapporto con i Tribunali dei Minorenni.

  1. ISTITUZIONE TAVOLO TECNICO  OPERATIVO REGIONALE.

Istituire a livello Regionale un tavolo Tecnico operativo sull’affido familiare, con il coinvolgimento dei servizi sociali, dell’autorità giudiziaria minorile e delle associazioni. In parallelo una struttura specifica da parte del Dipartimento “Welfare e Lavoro” 

  1. SITUAZIONI A FORTE RISCHIO.
  • Per i minorenni che vivono in ambienti malavitosi, irrobustire l’azione del Tribunale dei Minorenni di Reggio Calabria e di Catanzaro. 
  • Una politica efficace per tutelare gli orfani di femminicidio visto che i dati sono in crescita e la violenza di genere, sessuale, fisica o psicologica, contro le donne sta diventando imponente e ricorrente

 

Gli obiettivi del Coordinamento sono:

  • Promuovere il diritto di ogni minore a crescere in una famiglia

  • Sviluppare riflessioni condivise su questioni di rilevanza regionale e nazionale in materia di affidamento familiare e tutela del diritto dei minori alla famiglia;

  • Condividere e valorizzare le buone prassi, favorendo percorsi di raccordo e di azione comune tra le associazioni e reti di famiglie affidatarie a livello  regionale e locale;

  • Favorire percorsi di dialogo e di collaborazione tra le associazioni/reti di famiglie affidatarie e le varie istituzioni regionali e locali   competenti in materia di affidamento familiare e di adozione

  • Sollecitare e favorire l’attuazione delle linee guida nazionali sull’affidamento familiare.

 

ISTITUTO DEGLI INNOCENTI

DATI AL 31.12.2022 Calabria 

MINORI COLLOCATI IN SERVIZI RESIDENZIALI:  568

MINORI IN AFFIDO:   

FASCIA DI ETA’:       10.2 % da zero a 5 anni,(circa 60)  4% da zero a due anni (circa 25) 

Il 20% degli ambiti territoriali ha un centro affido.

Per i minori fuori famiglia solo il 17% dei Comuni ha elaborato un progetto per il rientro nella famiglia d’origine

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