“Ora posso mangiare quello che voglio, mi sento libera e grata”: la storia di Elena
Cresce con il Covid, la violenza sulle donne. Una giovane donna, nome di fantasia, è riuscita a uscire dal buio, grazie all’aiuto degli avvocati volontari “Marianella Garcia” AgapeViolenza sulle donne, la storia di Elena e l’aiuto della “Marianella Garcia”Un figlio a carico, piccoli lavoretti, il carico di una separazione pregressa da un marito violento e benestante. Elena, nome di fantasia, si rivolge alla rete degli avvocati volontari ‘Marianella Garcia’ Agape perché ha bisogno di un aiuto professionale.La sua storia sembra il calco di tante altre storie di fragilità in cui il ricatto morale è solo la punta dell’iceberg. “Ti tolgo tuo figlio!”, le parole usate come lame contro di lei a rimarcare la sua precaria condizione economica e per farla desistere dal denunciare quanto accade.Il loop della depressione quindi incalza fino a portarla per mano a tentare il suicidio. La donna è stata salvata dalla rete di professionisti, avvocati ma anche psicologi e assistenti sociali che hanno costruito attorno ad Elena una rete di sostegno.”L’impegno degli avvocati e dei volontari – scrive il legale Lucia Lipari, coordinatrice gruppo Marianella Garcia – si è tradotta in assistenza legale ma anche in altre azioni di sostegno psicologico e sociale, nell’ottenimento di una borsa lavoro, nell’ottenimento di un immobile provvisorio destinato alle categorie protette, ma la sintesi di tutto un percorso di accompagnamento si ascolta in un messaggio vocale inviato da Elena: “Volevo ringraziarvi perché mi avete dato la possibilità di avere una casa e di poterla arredare, una possibilità che il mio ex marito non mi aveva mai dato, mi avete dato la possibilità di essere indipendente e così ho potuto fare la spesa per come piaceva a me, cosa che il mio ex non mi ha mai lasciato fare, perché controllava anche quella e la faceva sempre lui.Anche se lavoravo, era lui a gestire quei soldi. Ora posso mangiare quello che voglio e comprarmi un rossetto, mi sento libera e per sempre grata”. La storia di Elena è una storia partita in salita, che ha lasciato delle cicatrici, ma che permette, afferma Lipari “di dire ad altre donne che possono liberarsi dal laccio di violenza che le tiene strette.