‘Codice rosso’ legge di civiltà. Un grande passo in avanti per le donne vittime di abuso

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Alla sala Giuditta Levato del Consiglio regionale della Calabria è stato promosso, dal centro comunitario AGAPE, dall’istituto di Terapia Familiare di Reggio Calabria e Messina, dal polo culturale Mattia Preti e con il patrocinio della Presidenza del Consiglio regionale, il forum sulle novità introdotte dal DDL n°1200/2019 (Codice Rosso) e sulla sua applicazione nel distretto giudiziario di Reggio Calabria.

Introdotto e moderato da Lucia Lipari responsabile “Avvocati Marianella Garcia”, il dibattito ha visto come relatori il presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto, il Questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone, il Coordinatore Osservatorio regionale violenza di genere e presidente del centro comunitario AGAPE Mario Nasone, l’ avv. Natascia Sarra, il magistrato della procura di Reggio Calabria Nicola De Caria, la dott.ssa Sonia Pizzoleo psicoterapeuta e presidente del I.T.F. di Reggio e Messina, Sandra Manfrè squadra mobile sezione reati contro la persona, il colonnello Giuseppe Battaglia e il colonnello Giorgio Stefano Manzi. L’incontro si è aperto con la lettura di Annie Russo di una lettera di Maria Antonietta Rositani, attraverso la quale drammaticamente la donna racconta la vicenda, nota alle pagine di cronaca, della sua aggressione da parte dell’ex marito Ciro Russo che evaso dai domiciliari a Ercolano raggiunse la donna a Reggio Calabria e gettando del liquido infiammabile le diede fuoco gridando «muori». “Le fiamme sono un qualcosa di tremendo. Ancora più tremendo del sapere chi è che te le ha accese. Vedere la faccia di un ex marito, cioè dell’uomo con il quale sono stata per più di vent’anni, darmi fuoco per ben due volte, è una cosa che veramente non mi sarei mai aspettata nella vita”. Con queste parole scritte da Maria Antonietta, la figlia Annie continua la lettura dove, esortando le donne vittime di violenza ad avere la forza di denunciare i propri aggressori e ringraziando i magistrati e le forze dell’ordine per l’aiuto dato.​ Il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto ha posto l’accento sul fatto che la violenza di genere sia un’emergenza che riguarda l’intera collettività dal mondo istituzionale a quello associativo – “Dobbiamo fare un lavoro intergenerazionale, questo forum dev’essere un momento di riflessione e di inizio di prevenzione sulla violenza di genere. Abbiamo l’obbligo di sensibilizzare i giovani, sia nelle scuole e sia con incontri programmatici. Serve un’azione pedagogica mirata che svegli le coscienze di tutti. È una battaglia durissima ­– conclude Irto – serve uno sforzo collettivo.”​ L’avvocato Natascia Sarra ha spiegato tecnicamente quali sono le novità che ha introdotto il “Codice Rosso”. 

“Tra le novità in ambito procedurale, è previsto uno sprint per l’avvio del procedimento penale per alcuni reati: tra gli altri maltrattamenti in famiglia, stalking, violenza sessuale, con l’effetto che saranno adottati più celermente eventuali provvedimenti di protezione delle vittime. Inoltre, la polizia giudiziaria, acquisita la notizia di reato, riferisce immediatamente al pubblico ministero, anche in forma orale; – il pubblico ministero, nelle ipotesi ove proceda per i delitti di violenza domestica o di genere, entro tre giorni dall’iscrizione della notizia di reato, deve assumere informazioni dalla persona offesa o da chi ha denunciato i fatti di reato. Il termine di tre giorni può essere prorogato solamente in presenza di imprescindibili esigenze di tutela di minori o della riservatezza delle indagini, pure nell’interesse della persona offesa; gli atti d’indagine delegati dal pubblico ministero alla polizia giudiziaria devono avvenire senza ritardo. Nel codice penale la legge in questione inserisce ben 4 nuovi reati:  il delitto di diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso delle persone rappresentate (cd. revenge porn), punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5mila a 15mila euro: la pena si applica anche a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video, li diffonde a sua volta per provocare un danno agli interessati. La condotta può essere commessa da chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, diffonde, senza il consenso delle persone interessate, immagini o video sessualmente espliciti, destinati a rimanere privati. La fattispecie è aggravata se i fatti sono commessi nell’ambito di una relazione affettiva, anche cessata, ovvero mediante l’impiego di strumenti informatici.- il reato di deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso, sanzionato con la reclusione da otto a 14 anni. Quando, per effetto del delitto in questione, si provoca la morte della vittima, la pena è l’ergastolo- il reato di costrizione o induzione al matrimonio, punito con la reclusione da uno a cinque anni. La fattispecie è aggravata quando il reato è commesso a danno di minori e si procede anche quando il fatto è commesso all’estero da o in danno di un cittadino italiano o di uno straniero residente in Italia- violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa, sanzionato con la detenzione da sei mesi a tre anni. In relazione alla violenza sessuale viene esteso il termine concesso alla persona offesa per sporgere querela, dagli attuali 6 mesi a 12 mesi.Vengono inoltre ridisegnate ed inasprite le aggravanti per l’ipotesi ove la violenza sessuale sia commessa in danno di minore di età.

Inoltre, è stata inserita un’ulteriore circostanza aggravante per il delitto di atti sessuali con minorenne: la pena è aumentata fino a un terzo quando gli atti sono posti in essere con individui minori di 14 anni, in cambio di denaro o di qualsiasi altra utilità, pure solo promessa. Nell’omicidio viene estesa l’applicazione delle circostanze aggravanti, facendovi rientrare finanche le relazioni personali.” Il Magistrato De Caria sottolinea come la violenza sia una problematica culturale “ se si parla di violenza di genere non possiamo fare altro che evidenziare che sia un problema culturale atavico ed obbligo della società culturalmente sana di non mitigare il problema ma di combatterlo con forza e vigore. Sicuramente da un punto di vista meramente tecnico mi preme sottolineare come questo nuovo DDL, fatto a costo zero, presenti alcune criticità. Basti pensare – continua De Caria – che una donna dopo aver denunciato l’aggressione, a Reggio Calabria, si ritrova senza strutture adeguate che la possano accogliere. Quindi servirebbe a mio avviso che lo strumento penale, al fine che abbia la sua piena efficacia, venga accompagnato e supportato dallo strumento sociale. Inoltre, servirebbe un’accelerazione dei processi sulla violenza di genere in quanto questa lentezza può portare alla scarcerazione del reo per decorrenza dei termini.

Il questore di Reggio Calabria il dott. Maurizio Vallone afferma che “Qui su Reggio Calabria, il Codice Rosso avrà un impatto importantissimo, il Procuratore ha già emanato una circolare esplicativa che spiega come operare nel nuovo Codice Rosso. Quello a cui stiamo già assistendo, ed è un fattore importantissimo, è l’aumento delle denunce che non significa un aumento di casi di violenza ma bensì ad un aumento del coraggio da parte delle donne di denunciare i propri aggressori, frutto dell’opera di sensibilizzazione avviata dalla Questura, dalla Prefettura dalle forze dell’ordine. Tutto ciò implica che la donna non sentendosi sola denuncia e il Questore può ammonire il violento e così facendo chi subisce violenza può essere portata in struttura protetta.” A conclusione del dibattito è intervenuto il coordinatore regionale Osservatorio violenza di genere Mario Nasone  “L’iniziativa di oggi ha voluto essere un modo per far conoscere questa nuova legge ‘Il Codice Rosso’, votato quasi all’unanimità per rispondere all’emergenza molto sentita nella comunità italiana, quella sulla protezione delle donne che hanno subito violenza. Una legge che interviene su vari aspetti velocizzando le varie procedure e che vede convergere il mondo istituzionale, la magistratura, le forze dell’ordine e le associazioni di settore. Nel dibattito sono comunque emerse delle criticità sul nuovo DDL ma rimane il fatto che è stato fatto un grande passo in avanti.” 

fonte: https://www.calabriaonweb.it/

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