Vestizione del novello Seminarista Italo Calabrò
Vestizione del novello Seminarista Italo Calabrò Domenica 1 settembre 1940 Una parola ricordo, una parola di fervidissimo e cordialissimo voto augurale in questo giorno che per te ha fatto il Signore,
Don Italo Calabrò è un sacerdote nato e cresciuto a Reggio Calabria, in una famiglia esemplare e religiosa. Fin da giovane, esprime il desiderio di diventare sacerdote e, nonostante iniziali perplessità da parte del padre, viene ammesso al seminario diocesano di Reggio Calabria all’età di quindici anni. Si dimostra un eccellente seminarista, sia dal punto di vista accademico che per il suo carattere gioviale e generoso nel sostenere gli altri. Dopo essere stato ordinato sacerdote nel 1948, diventa subito segretario dell’arcivescovo Antonio Lanza, ma la morte improvvisa dell’arcivescovo lo colpisce profondamente.
Successivamente, diventa stretto collaboratore dell’arcivescovo Giovanni Ferro, occupando vari incarichi diocesani, come educatore, insegnante, assistente dei giovani dell’Azione Cattolica e poi degli Uomini Cattolici (Fuic), segretario dell’Ufficio amministrativo diocesano, cerimoniere e canonico del Capitolo Cattedrale.
Don Italo mostra particolare attenzione verso i poveri e i giovani, dedicandosi attivamente a iniziative di aiuto e supporto. Fondamentale è il suo ruolo nell’avvio della “Piccola Opera Papa Giovanni”, un’iniziativa che offre assistenza e riabilitazione a persone con disabilità. Inoltre, si impegna nell’aiutare ragazze madri, malati mentali, adolescenti con problemi giudiziari, e promuovo l’inserimento lavorativo di ragazzi emarginati, anche con la fondazione del Centro Comunitario Agape; entrambe realtà che ancora oggi operano nel territorio reggino.
Don Italo è un sacerdote progressista, in sintonia con gli insegnamenti del Concilio Vaticano II. Contribuisce all’adeguamento delle chiese locali alle nuove direttive del Concilio e promuove la partecipazione e la comunione all’interno della diocesi. Mostra una forte opposizione alla mafia e sostiene la causa della pace e della non violenza. Sostiene che i poveri siano “l’ottavo sacramento” e li tratta con amorevole cura.
Le sue azioni e il suo impegno hanno avuto un impatto significativo sulla comunità di reggina e non solo. Alla sua morte, il 16 giugno 1990, numerosi poveri che aveva servito hanno pianto per lui, dimostrando l’affetto e la gratitudine di coloro che avevano beneficiato del suo amore e della sua dedizione.
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